Comune di Cardinale
Autentica capitale calabrese, insieme con la vicina Torre di Ruggero, della produzione delle nocciole e che ha avuto nella ferriera della Razzona, fiorente soprattutto nella prima metà del XIX secolo, uno dei poli del distretto siderurgico dell’area delle Serre. Del territorio della Razzona fa parte pure il cosiddetto “casino” o “castello” appartenuto a Carlo Filangieri, principe di Satriano e duca di Cardinale, che se ne serviva come base per la caccia. In località Chianu da Jannara, nel bosco della Lacina, è, inoltre, possibile vedere i resti di un altro castello, quello della Baronessa (si tratta di Maria Enrichetta Scoppa di Badolato, vissuta tra XIX e XX secolo), oggi ridotto allo stato di rudere e del quale sono visibili i torrioni angolari, ma che ancora negli anni Cinquanta del Novecento si conservava in discrete condizioni, come documentano foto dell’epoca. Al castello è legata una delle più persistenti leggende dell’immaginario collettivo dell’area del Parco, secondo la quale nei suoi dintorni paludosi sarebbero stati fatti sparire, dentro cosiddetti uocchi di mari sfocianti nello Jonio, gli amanti della sua proprietaria. Il centro storico di Cardinale si segnala per alcuni palazzi nei quali gli elementi decorativi e costruttivi in granito costituiscono un’importante testimonianza della diffusione dell’artigianato della pietra e del suo uso anche in chiave di abbellimento degli edifici civili. Tra essi, palazzo Pelaggi e il suo portale d’ingresso, palazzo Mammone e, soprattutto, palazzo Nisticò, con il ricco portale granitico a bugne sormontato da un mascherone apotropaico e con il balcone del primo piano sorretto da mensole in pietra dalla raffinata lavorazione. Nel centro storico è da visitare anche la Chiesa Matrice, a tre navate, intitolata a San Nicola di Bari e ricostruita dopo il terremoto del 1783, che contiene pregiate statue lignee. Da segnalare, per il suo interesse storico, il ponte delle tre arcate, oggi in disuso, che congiungeva il centro abitato con la frazione Galiano.