Sentiero Anello-Bellavista
Visitiamo uno deiluoghi naturalisticipiù belli delle Serre, dal 1977 Riserva Naturale Biogenetica,si tratta dell’area protetta“Marchesale”che fa parte dei comuni di Arena ed Acquaro ed inclusa nella Rete Europea delle riserve biogenetiche.
Info Sul Percorso
COMUNI INTERESSATI: Acquaro (VV)
PARTENZA: Località Gallone-Fanelli, Piani di Acquaro (VV)
ARRIVO: Località Gallone-Fanelli, Piani di Acquaro (VV)
TEMPI DI PERCORRENZA: circa 5 h e 30 min
DISTANZA: 9 Km
DISLIVELLO: 316 m
QUOTA MASSIMA: 1.149 m s.l.m.
QUOTA MINIMA: 832 m s.l.m.
DIFFICOLTÀ: media
Descrizione
Percorso circolare, semplice, su strada sterrata per la maggior parte del cammino e con pendenza discontinua che ci porterà a visitare un sito di grande fascino e ri-conosciuto come SIC (Sito di Importanza Comunitario). L’itinerario ha come fondo uno scenario d’eccezione: la Riserva Naturale Biogenetica Marchesale che svolge un ruolo di rilievo come corridoio naturale e nel preservare gli ecotipi autoctoni di questo territorio. Si parte da località Gallone-Fanelli di Piani di Acquaro raggiun-gibile dall’autostrada A3 SA/RC con uscita Serre proseguendo sulla SP 4 direzione Acquaro-Dinami o da località Boscoreggio, nel comune di Dinami, dalla SP 9.
In alternativa, dalla SP 58 per Arena all’altezza dei ruderi dell’acquedotto Nor-manno, passando sotto le sue arcate, imbocchiamo la stradina interpodera-le dirigendoci verso località Bove, caratterizzata dalla presenza di case sparse. Proseguiamo sempre verso la montagna e arriveremo alla sterrata che, superata l’area pic-nic e la casermetta forestale “Speranza”, ci porterà in località Gallone. Nel punto in cui la strada sterrata, presso una curva, incontra la strada comunale troveremo una stradina, sempre a fondo naturale, fiancheggiata da ontani. La-sciamo l’auto.
Si procede in salita immergendoci in boschi in cui il faggio si mostra in tutta la sua bellezza. Raggiunto un primo bivio svoltiamo a destra tralasciando la strada chiusa da sbarra sulla sinistra. Arrivati presso un torrente il cammino prosegue costeggiandolo per poi risalire e, ai due bivi successivi, manteniamo la sinistra seguendo la stradella nel bosco. Raggiunta l’intersezione con un’ampia pista in terra battuta (all’altezza dell’intersezione del canale per uso irriguo) svoltiamo a destra iniziando un tratto in salita. Tutto il percorso è interessato da segnali CAI e troveremo una fontana presso cui dissetarci. Poco prima dell’arrivo, al termine della sterrata, incontreremo uno slargo, proseguiamo a sinistra, iniziando un trat-to fra gli alberi che scende verso un torrente. Il corso d’acqua è di facile attraversa-mento. Sull’altro versante inizia un tratto pittoresco di circa 400 m, che costeggia il canale per uso irriguo caratterizzato da formazioni granitiche. Il nostro cammi-no ci riporterà sulla pista imboccata in precedenza che, questa volta, seguiremo sulla destra ed al successivo incrocio a sinistra ci ricondurrà al punto di partenza.
PIANI DI ACQUARO
Piani di Acquaro è luogo di suggestiva bellezza naturalistica con i suoi dolci de-clivi ricchi di sorgenti e spesso coltivati a maggese con boschi che risalgono dalle pendici dei monti verso l’interno. Prima di intraprendere il nostro cammino fer-miamoci a contemplare un incantevole scorcio che riunisce in una tavolozza di colori i molti aspetti di questa terra. La vista ci permetterà di spaziare sulla vallata dalla piana di Gioia Tauro fino a quella di Lamezia Terme.
LEPRE ITALICA
Le radure e i pascoli ai margini di boschi sono l’habitat ideale di questa specie. Qui la lepre italica trova riparo in piccole depressioni che scava nel terreno tra l’erba alta in prossimità di rocce e cespugli. Questo sfuggente animaletto si nutre di foglie, germogli, radici, frutti, funghi, rametti e cortecce. Attiva soprattutto al crepuscolo e di notte, di giorno rimane nascosta nella vegetazione. È un veloce corridore che può raggiungere anche i 70 km orari.
TASSO EUROPEO
Relitto appartenuto all’antica flora Terziaria, il tasso richiede una particolare forma di tutela dovuta alla crescita molto lenta. Si presenta come arbusto o piccolo albero sempreverde con tronco liscio, normalmente breve e conico, di colore rosso-bruno mentre la chioma è di un bel verde scuro, spesso piramidale. Il tasso è conosciuto da tempo immemorabile come pianta velenosa e per questo viene denominata “al-bero della morte”; il principio tossico, la tassina, è contenuto in tutte le sue parti ad eccezione della polpa dell’arillo. Il legno di tasso presenta un’ottima elasticità ed è stato utilizzato per la costruzione dell’arco lungo, un’arma che ha giocato un ruolo importante nella storia militare.Ad ogni modo, sostenitori o detrattori di tale energia non potranno restare indif-ferenti di fronte all’imponente avanzata di questa tecnologia.
AGRIFOGLIO
Subito dopo aver lasciato la stradina interpoderale e addentrandoci nel bosco potremo osservare diversi agrifogli insieme al pungitopo che, in ampie concen-trazioni, ricopre vaste zone in pendenza fra gli alberi. Tutti conoscono questa pianta perché con le sue belle bacche rosse è uno dei simboli del Natale ma già nell’antichità le si associavano poteri magici: si diceva proteggesse dai demoni e portasse fortuna. Esistono circa 400 specie in varie tonalità di bacche e foglie. Si presenta come albero o più frequentemente come arbusto. Oggi l’agrifoglio viene usato raramente in fitoterapia per via della sua tossicità.
FAGGI
Il faggio (Fagus sylvatica) è un grande albero che, in condizioni di optimum vegeta-tivo, può raggiungere i 40 metri. Sono esemplari come questi che si innalzeranno maestosi intorno a noi lungo il cammino che percorreremo. Connubio di macchie grigio-argentee dei tronchi e del vibrante, trasparente verde delle foglie. Il legno di faggio, omogeneo e pesante, privo di elasticità ma resistente a flessioni, torsio-ni e urti era un tempo utilizzato per le traversine ferroviarie, per molti strumenti musicali e, prima dell’avvento della carta, sotto forma di tavolette per la scrittura. Nella medicina popolare il decotto di corteccia serviva in caso di febbre, mentre dal carbone e dalla cenere si ricavavano unguenti utili contro le infiammazioni.