Comune di Arena
Arena è probabilmente il centro abitato più antico dell’area delle Serre. Del suo castello e della famiglia che lo costruì abbiamo notizia sin dalla donazione di Ruggero il Normanno a Brunone di Colonia del vasto possedimento compreso tra Arena (appunto) e Stilo.
La cittadina sorge arroccata su un colle da cui guarda fiera la valle del Marepotamo e la pianura di Ciano.
L’abitato è dominato dalle vestigia del castello dei Concublet, uno dei luoghi più ricchi di storia e affascinanti dell’intera regione. Passeggiando tra gli imponenti ruderi si ha l’impressione di udire ancora lo scalpiccio dei cavalli o di intravedere la figura di Giovanni il lebbroso che si aggira tra i recessi del maniero.
La rocca venne fatta costruire da Ruggero il Normanno in un luogo strategico, per fornire protezione alla città di Mileto che il Gran Conte volle eleggere capitale del Regno. Non rimane purtroppo molto della costruzione originaria che venne ferita a morte, come gran parte del territorio circostante, dal devastante terremoto del 1783.
Superato il ponte che attraversa il fossato, si raggiunge il portale d’ingresso, cinto ai due lati dai basamenti superstiti di due possenti torri angolari, caratterizzate da una peculiare scanalatura rastremata verso l’alto. Varcata la soglia si ha immediatamente la percezione dell’importanza e della maestosità che il maniero dovette avere nei tempi antichi, quando la ricca e potente famiglia Concublet ne abitava le sale. La fastosità della vita di corte si può tuttavia riassaporare durante “La castellana”, sorta di concorso di bellezza in costume medievale durante il quale viene scelta la donna cui verranno consegnate simbolicamente le chiavi del castello e che si celebra qui ogni estate. La rievocazione storica è per numero di figuranti ed esibizioni a tema tra le più belle e caratteristiche di tutta la Calabria e ogni anno richiama un numero sempre più grande di partecipanti.
Il castello dei Concublet è uno di quei luoghi che non si vorrebbe mai lasciare, tanto è il fascino che esercita sul visitatore, ma non è l’unica cosa che valga la pena vedere ad Arena. Nonostante il terremoto del 1783 abbia colpito pesantemente l’abitato, il borgo mantiene intatta la sua struttura medievale con passaggi, stradine, vicoli e scale che si innestano l’uno sull’altro in uno splendido gioco di rimandi architettonici e urbanistici.
Il centro storico è ricco di portali ed altri elementi decorativi in granito, opera di scalpellini serresi, ed è puntellato da interessanti palazzi signorili.
Una sosta obbligata è senz’altro quella alla chiesa della Madonna delle Grazie, sede dell’omonima e antichissima confraternita.
L’elegante facciata ricurva in mattoni richiama in maniera piuttosto puntuale la nota facciata della chiesa dell’Addolorata di Serra San Bruno. Lo sguardo del visitatore viene subito attratto dall’elegante statua della Titolare, opera di inizio Ottocento dello scultore calabrese Domenico De Lorenzo. La Vergine è raffigurata con il bambino in braccio nell’atto di dare rifugio, sotto al suo manto, ad alcune anime purganti che implorano la sua intercessione. Il colore scarlatto della veste e i tratti raffinatissimi del viso hanno fatto sì che la statua sia stata ribattezzata dagli arenesi come “la bella di rosso vestita”.
Il simulacro della Madonna delle Grazie è posto nella nicchia dell’altare maggiore, notevole opera di marmorari serresi. La navata è decorata da ricchi stucchi, anch’essi di bottega serrese, e dagli affreschi di Diego Grillo, nipote di Carmelo Zimatore, tra i quali si segnala per imponenza e bellezza il grande affresco della volta raffigurante la Madonna col Bambino tra gli apostoli e il Divin Padre benedicente.
La chiesa custodisce però un’altra statua della Vergine: la Madonna del Buon Consiglio capolavoro dello scultore serrese Raffaele Regio del 1823. La statua richiama il modello iconografico della Madonna delle Grazie di Mongiana con Maria adagiata su di un fianco sopra una nuvola.
Da ricordare poi, sempre di De Lorenzo, la statua di San Giuseppe del 1797.
Ha una facciata in laterizi con inserti in pietra anche la Chiesa Matrice di Arena, Santa Maria de Latinis. L’edificio è decorato da graziosi stucchi in stile neoclassico e custodisce alcune preziose statue tardo settecentesche del grande scultore napoletano Gennaro Franzese come il bellissimo San Michele Arcangelo, l’apollineo Cristo Risorto e l’Immacolata attribuita a Franzese dallo storico dell’arte Gianfrancesco Solferino.