Sentiero Ferdinandea-Marmarico
Passiamo dal verde dei monti ai panorami aspri e impervi delle dorsali che separano la valle del Folea da quella dello Stilaro e scopriamo l’imponente spettacolo offerto dalle cascate più alte dell’Appennino meridionale.
Info Sul Percorso
COMUNI INTERESSATI: Stilo (RC), Bivongi (RC)
PARTENZA: Ferdinandea, Stilo (RC)
ARRIVO: Cascate Marmarico, Bivongi (RC)
TEMPI DI PERCORRENZA: circa 5 ore
DISTANZA: 9 Km A/R
DISLIVELLO: 441 m
QUOTA MASSIMA: 1.060 m s.l.m.
QUOTA MINIMA: 627 m s.l.m.
DIFFICOLTÀ: medio-alta
Descrizione
Percorso lineare, impegnativo a causa dell’esposizione del sentiero e del dislivello a pendenza variabile comunque sempre in discesa da affrontare su terreno in buona parte accidentato. L’itinerario parte dal piazzale antistante la tenuta di Ferdinandea nel comune di Stilo (RC) raggiungibile attraverso la ex SS 110. Ci troviamo nel versante ionico della Calabria e delle Serre Calabre in un territorio da sempre ricco di minerali e con condizioni morfologiche e idriche tali da favorire la nascita e il progredire della prima industrializzazione del Mezzogiorno d’Italia. Il luogo di partenza del nostro itinerario nasce da qui, da questo luogo incantevole immerso nel verde, ex stabilimento siderurgico borbonico.
Lasciata l’auto nel piazzale, di fronte alla residenza, si imbocca la stradella, per breve tratto lastricata, che scende aggirando i ruderi del complesso. Al primo bivio prendere a destra. Si procede allontanandosi dalla villa di Ferdinandea che lasceremo alle nostre spalle. Manteniamoci sulla sinistra nelle prime due traverse e successivamente svoltiamo a destra, inizierà un breve tratto sabbioso immerso fra alte ginestre. Si scende lungo il sentiero serpeggiante che costeggia un ex condotta forzata, incrociandola. Il sentiero diviene una mulattiera che riguadagna la linea di cresta e che ci porterà a uno splendido punto panoramico sulle cascate. La mulattiera continua a scendere e dopo una serie di stretti tornanti si raggiunge il fondo valle. Attraversato il torrente bisogna risalire il suo corso per un breve tratto passando accanto a un enorme masso erratico di granito giungendo finalmente alla base delle cascate. Tutto il percorso è interessato dalla presenza di segnali CAI che ci guideranno lungo il tracciato.
SUOLO CALCAREO CON PRESENZA DI SILICATI
Man mano che lasceremo alle nostre spalle i boschi la strada inizierà a cambiare divenendo sabbiosa, a tratti brillante. Ciò è dovuto alla presenza di particelle finissime: i silicati. Si tratta dei minerali più comuni della crosta terrestre composti da silicio e ossigeno che presentino poi abbondanza di alluminio e silicio o ferro e magnesio ciò che conta è la loro natura cristallina che li fa risplendere e, soprattutto, essere chiara evidenza della ricchezza di questo territorio e testimonianza del suo passato.
dai fiori si ricava l’ultimo miele della stagione, pregiato per il suo sapore particolare: amarognolo e fragrante. Dal nome greco del corbezzolo (KÓpapog – pron. kòmaros) derivano molti nomi dialettali della pianta incluso quello calabrese “cacummaru”.
CISTUS
Un panorama evocativo, aspro, forte, fatto di pendici ripide, quasi verticali, che precipitano in strette gole, sarà ciò che vedremo per parte del nostro cammino. In questo paesaggio brullo ma non desolato troveremo dei piccoli arbusti sempreverdi che da aprile all’inizio dell’estate si ricoprono di fiori, semplici e delicati, simili a quelli della rosa selvatica. Stiamo parlando del cistus, nome sotto cui vengono raggruppati circa 20 specie, e i cui fiori, bianchi o nelle più varie sfumature del rosa si affacciano numerosi fra le rocce, e nascono e muoiono nell’arco di una sola giornata.
CORBEZZOLO
Il corbezzolo, detto anche albatro, è un cespuglio o un piccolo albero che può raggiungere un’altezza compresa tra 1 e 8 metri. I frutti maturano nell’anno successivo rispetto alla fioritura che dà loro origine, in autunno. La pianta si trova quindi a ospitare contemporaneamente fiori e frutti maturi, cosa che la rende particolarmente ornamentale, per la presenza sull’albero di tre vivaci colori: il rosso dei frutti, il bianco dei fiori e il verde delle foglie. Il legno di corbezzolo è un ottimo combustibile che si utilizza soprattutto per gli arrosti grazie alle sue caratteristiche aromatiche mentre.
LUCERTOLA MURAIOLA
Questo animaletto, come molti sauri, ama crogiolarsi al sole per favorire il processo di termoregolazione e la boscaglia che attraverseremo, ricca di macchia mediterranea e di anfratti dove trovare riparo, è il suo habitat ideale. Si tratta di una specie di piccole dimensioni e di forma appiattita. Il colore del dorso è molto variabile, tra il grigio ed il marrone, con striscia vertebrale o reticolatura e/o punteggiatura scura mentre il ventre è solitamente di colore biancastro o giallastro con macchie scure. La lucertola muraiola è prevalentemente insettivora anche se non disdegna piccoli invertebrati e aracnidi. Una particolarità di questa specie? in caso di pericolo è in grado di praticare l’autotomia della coda, ovvero ha la capacità, mediante una contrazione muscolare, di amputarsi spontaneamente tale appendice.
CASCATE DEL MARMARICO
Dal 6 settembre 2011 le cascate del Marmarico, nel comune di Bivongi (RC), sono state inserite tra le “meraviglie italiane”. Con i loro 114 metri è la caduta d’acqua più alta della Calabria e dell’Appennino meridionale. Nascosta fra cime scoscese nell’alto corso della fiumara Stilaro, è uno dei luoghi più suggestivi che la natura possa offrire.
Uno dei tanti meravigliosi scenari della nostra Regione. Una visione paradisiaca che premia la fatica di tante ore di cammino.