Sentiero Faggio del Re-Passo Abate

Immergiamoci nel verde cuore delle Serre. I boschi di Faggio del Re con la frescura degli alti alberi e dei torrenti ci accoglieranno mentreil cammino ci guiderà verso le acque di un laghetto collinare incastonato nell’oasi naturalistica di Passo dell’Abate.

Info Sul Percorso

COMUNI INTERESSATI: Fabrizia (VV)
PARTENZA: Faggio del Re SP 9, Fabrizia (VV)
ARRIVO: Faggio del Re SP 9, Fabrizia (VV)
TEMPI DI PERCORRENZA: circa 5 ore
DISTANZA: 14 Km
DISLIVELLO: 314 m
QUOTA MASSIMA: 1.269 m s.l.m.
QUOTA MINIMA: 955 m s.l.m.
DIFFICOLTÀ: media

Descrizione

Itinerario immerso nel cuore delle Serre che non mancherà di soddisfare gli amanti della natura.
Per raggiungere Faggio del Re, dall’autostrada A2 SA/RC, prendiamo l’uscita per Vazzano e dirigiamoci verso Serra San Bruno e Mongiana. Una volta raggiunta la montagna proseguiamo verso la Riserva Biogenetica Marchesale (troveremo segnali lungo la strada). Superato il passo di Monte Crocco, ci troviamo sulla SP 9 per Laureana di Borrello, troveremo, proprio sulla strada, a sinistra, una recinzione che racchiude un’area picnic e una casermetta forestale insieme ai ruderi di un’altra sulla destra. Lasciamo l’auto. Iniziamo il cammino seguendo la SP 9 verso Laureana di Borrello, dopo circa 20 minuti, sulla destra, si stacca una strada sterrata, poco prima del serbatoio “castano” gestito dal comune di Fabrizia, imbocchiamola. Inizia un tratto in discesa che, in pochi minuti, ci porterà in un avvallamento caratterizzato dalla presenza di un serbatoio sulla destra. Segue un breve tratto in salita. Raggiungiamo un piccolo spiazzo, ci sono i resti di una baracca a sinistra, rimaniamo sulla strada e affrontiamo il tornante a destra. Proseguiamo mantenendoci sempre a destra. La strada alterna brevi tratti in salita con altri in piano. Dopo circa 10 minuti ci imbatteremo in altri due serbatoi sempre sulla destra. Ci troveremo ora presso un trivio. Tralasciamo la stradella a sinistra in discesa e imbocchiamo la centrale che sale e che in pochi minuti ci porterà a un nuovo bivio caratterizzato dalla presenza di un piccolo granito sulla destra. Giriamo a sinistra e poi, al bivio successivo, di nuovo a destra.

Da questo punto, in circa 10 minuti, raggiungeremo il trivio di “acqua fridda” dove potremo dissetarci a una fontana che scorre in basso, in un avvallamento rispetto alla strada. Dal trivio proseguiamo a sinistra e, in pochi minuti, incontreremo un altro crocevia: ci troviamo sulla sommità di Monte Crocco. Il luogo è contraddistinto dalla presenza di apposita segnaletica. Svoltiamo a sinistra e al bivio successivo a destra seguendo la strada in discesa. Si aprirà di fronte a noi una piccola radura con sulla sinistra un grande faggio e una strada chiusa da sbarra, imbocchiamo questa via e continuiamo scendendo fino a raggiungere un nuovo bivio dove abbandoneremo la strada principale per seguire una stradella sulla destra che ci porterà al bivio di Croce dell’Abate, riconoscibile proprio per la presenza di una croce e della segnaletica di località e di inizio “percorso 1”. Da qui in poi seguiamo i segni gialli che ci porteranno in un’ora circa ad ammirare l’oasi naturalistica di Passo dell’Abate. Per il rientro basterà riprendere i segnali gialli, sempre “percorso 1”, che partendo dall’ingresso dell’oasi (primo incrocio a destra) e costeggiando il torrente Castano portano al bivio dall’omonimo nome. Svoltiamo a destra e seguiamo, ora, i segnali CAI che ci riporteranno sulla SP 9 e a Faggio del Re.

SCISTI

Lungo il percorso troveremo rocce, a volte semplici schegge, bianco perlate che si sfaldano facilmente per la particolare disposizione a piani paralleli dei minerali che le costituiscono che, in queste zone, sono cianite e talco.
Gli scisti sono particolarmente abbondanti in Calabria oltre che in Sardegna e nelle Alpi, testimonianza del convulso passato geologico di questa terra.

PORCINO

Quando si parla delle Serre l’associazione degli amanti della buona tavola va subito ai funghi e fra questi il più conosciuto e apprezzato sicuramente è il porcino. Gli antichi Romani chiamavano questa specie Suillus per il suo aspetto generalmente tozzo e massiccio, ed il termine porcino ne è l’esatta traduzione.
Si tratta di funghi simbionti, gregari, che possono svilupparsi in gruppi di molti esemplari. Prodotto di gran pregio culinario, fresco, essiccato o conservato sott’olio, è alla base di molti piatti e preparazioni che arricchiscono la cucina locale.

TROTA FARIO

Se ci soffermiamo ad ammirare il laghetto noteremo improvvise increspature in superficie, baluginii argentei. Si tratta della trota fario impegnata nella caccia. La sua velocità di scatto si colloca intorno ai 40 km/h, cosa che le permette di abboccare anche prede veloci sul filo della corrente. Si tratta di una specie molto diffusa in seguito a ripopolamenti effettuati a discapito della specie autoctona del centro-sud: la trota-sarda. Abita in acque veloci e torrentizie, fredde e limpide dei torrenti di montagna o alta collina.

ABETE BIANCO

L’abete bianco calabrese è un ecotipo tra i più pregiati a livello europeo per morfologia, ritmi di accrescimento e, soprattutto, per la dimostrata maggiore resistenza a varie avversità tra cui le piogge acide.
Il demanio regionale possiede in località Passo dell’Abate esemplari di grande valenza naturalistica.

PASSO DELL'ABATE

In contrada “Serricella”, a pochi km dall’abitato di Fabrizia, troveremo una bellissima oasi naturalistica. Area picnic, fontane e un laghetto nelle cui acque si riflettono i colori dei boschi circostanti. Qui potremo sostare, riposarci e godere della bellezza del luogo.