Sentiero Lacina-Ferdinandea

Percorriamo un antica mulattiera immersa fra splendidi boschi ricchi di ruscelli verso Ferdinandea tenuta di caccia dei Borboni.

Info Sul Percorso

COMUNI INTERESSATI: Brognaturo (VV), Serra San Bruno (VV), Stilo (RC)
PARTENZA: Lacina, SP 43 Brognaturo (VV)/ Croce di Panaro Brognaturo (VV) / Stilo (RC)
ARRIVO: Ferdinandea, Stilo (RC)
TEMPI DI PERCORRENZA: circa 5 h da Lacina, circa 3 h da Croce di Panaro
DISTANZA: 13,5 Km da Lacina, 9 Km da Croce di Panaro
DISLIVELLO: 237 m
QUOTA MASSIMA: 1.277 m s.l.m.
QUOTA MINIMA: 1.040 m s.l.m.
DIFFICOLTÀ: media

Descrizione

Sentiero lineare che segue strade a fondo naturale e, a partire da località “Croce di Panaro”, inizia un percorso affascinante che si snoda su un’antica mulattiera. Se possediamo un’auto adeguata e chi può accompagnarci, possiamo anche decidere di raggiungere quest’ultimo punto e iniziare da qui la nostra escursione. Arrivati a Brognaturo (VV) si prosegue sulla SP 43 verso Lacina. Giunti nella conca che ospita il lago Alaco e subito dopo il bivio che porta all’omonima diga si gira a destra su strada sterrata. Da questo punto, lasciata l’auto, si procede seguendo la strada in salita che, superati alcuni terrazzi coltivati e uno stagno sulla sinistra, raggiunge uno spiazzo. Da qui si continua con una serie di tornanti. Questa prima parte è completamente in salita ma potremo dissetarci presso una fontana e ammirare incantevoli affioramenti granitici stagliarsi qua e là fra i faggi. Dopo circa 2 km dall’inizio si raggiunge una radura con abeti e meli selvatici. Procediamo dritto, per circa un altro km, tralasciando le deviazioni fino a raggiungere una radura che subito sulla sinistra presenta un abete ai cui piedi si trova una piccola pietra miliare (incrocio “Pomara”). Imbocchiamo, quindi, la strada in discesa sulla destra. Dopo circa 1 km ci troveremo ad un trivio in località “Croce di Panaro”, riconoscibile proprio per la presenza di una croce in legno. Questo punto è un antico passo posto in una sella tra la “Pomara” e “Pietra del Caricatore”. Da qui seguendo la strada sulla sinistra, per lunghi tratti lastricata in pietra, e tralasciando le deviazioni, raggiungeremo Ferdinandea.

ANEMONE

Marzo e aprile sono i mesi in cui, sui margini del sentiero, lungo il cammino, potremo ammirare un piccolo fiore; si tratta dell’anemone, una pianta perenne adatta a terreni rocciosi di colore bianco, blu-viola intenso di circa 15 cm. Con il termine anemone ci si riferisce a un centinaio di specie. In questo caso si tratta dell’anemone appennina. Una curiosità: gli anemoni sono debolmente velenosi, anche per il bestiame.

CUCULO

Se percorriamo questo itinerario nella conveniente stagione, sarà facile ascoltare, fra gli altri, il canto del cuculo. Il cuculo è noto per la sua peculiare caratteristica del parassitismo di cova (consiste nel deporre il proprio uovo all’interno del nido di altri uccelli) e perché al suo canto è associato l’arrivo della primavera. Questo grazioso uccello ha, nei maschi, il piumaggio azzurro nella parte superiore, mentre nella femmina talvolta può essere rossiccio. Nella parte inferiore è più chiaro con strisce trasversali scure. Vive praticamente in ogni ecosistema, anche se preferisce i boschi specialmente luminosi e con un ricco sottobosco di collina e pianura. Sverna in Africa meridionale mentre nidifica in Europa e in Africa settentrionale. Si nutre di insetti vari, bruchi (come la processionaria), molluschi e ragni.

CALCARE EVAPORITICO

I rilievi della Sila, delle Serre e dell’Aspromonte sono composti principalmente da rocce cristalline (granitiche e metamorfiche) rispetto alle rocce sedimentarie (calcaree e terrigene) formatesi dalla precipitazione dei minerali presenti nell’acqua di mare, la fonte più comune di questo tipo di formazioni. Lungo l’itinerario avremo la possibilità di ammirare queste formazioni inconsuete: rocce bianchissime, sovrapposte come lamine e che lasciano una polvere bianca quando vengono toccate. I minerali di genesi evaporitica sono importanti economicamente perché utilizzati nelle industrie edilizie, chimiche, oltre che in agricoltura come fertilizzante.

LAGO GIULIA

Tra il XVIII e il XIX secolo vennero costruite diverse dighe e piccole centrali per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica, ora tutte dismesse. Fra queste, proprio presso Ferdinandea, troviamo la diga Giulia.
Potremo visitare questo luogo incantevole imboccando, quasi a fine percorso, giunti in vista del ponte e delle mura della segheria di Ferdinandea, una strada a fondo naturale sulla destra giusto prima del ponte sul torrente San Nicola che, dopo un km, ci porterà al lago omonimo.

FERDINANDEA

Villaggio siderurgico borbonico così denominato in omaggio a Ferdinando II di Borbone. Comprendeva la ferriera, la caserma, gli edifici residenziali e amministrativi, le scuderie e le stalle.