Sentiero Pecoraro-Lu Bellu

Percorso lineare nel cuore delle Serre che unisce alle bellezze naturali importanti testimonianze di una storia “minore” fatta di antichi mestieri. Un cammino che svelerà un profondo legame fra uomo e natura.

Info Sul Percorso

COMUNI INTERESSATI: Mongiana (VV), Serra San Bruno (VV), Stilo (RC)
PARTENZA: Cantoniera ANAS di Pecoraro, S.S. 110, Stilo (RC)
ARRIVO: Casermetta Lu Bellu, Serra San Bruno (VV)
TEMPI DI PERCORRENZA: circa 3 ore
DISTANZA: 7,5 Km
DISLIVELLO: 357 m
QUOTA MASSIMA: 1.417 m s.l.m.
QUOTA MINIMA: 1.060 m s.l.m.
DIFFICOLTÀ: media

Descrizione

Itinerario lineare e agevole, in particolare fino a “Pietra de lu Moru”, grazie a un valore di dislivello minimo.
Si parte dallo spiazzo erboso dietro la casa cantoniera Anas di Pecoraro sulla SS 110 per Stilo.
Si procede su strada a fondo naturale in boschi di faggio e abete tralasciando le deviazioni che via via incontreremo.
La strada, prevalentemente in piano, affronta lievi salite e passa per una serie di avvallamenti.
Dopo circa un’ora e mezza ci troveremo in uno di questi spiazzi allungati e osservando bene, sulla sinistra, potremo vedere le neviere, le ghiacciaie di una volta e, appena dopo, un grande abete parzialmente carbonizzato sul cui tronco si trovano affisse tre croci: siamo in località “Cruci di l’Allampatu”. Il luogo, anche attraverso una targa commemorativa, ricorda tre boscaioli che qui morirono il 4 giugno del 1916 a causa di un fulmine.

NEVIERE

Nelle calde giornate estive cosa c’è di meglio di consumare una bevanda ghiacciata, assaporare un gelato o una “scirubetta”: ghiaccio tritato con sapori come caffè o limone. Anche per i nostri nonni era così. Un tempo, nel bosco, esistevano le nivere, enormi buche, oggi quasi impercettibili, spesso rivestite di pietra, isolate, nelle quali in inverno venivano ammassate grandi quantità di neve. Il fondo della nivera veniva cosparso di ramoscelli, canne o giunchi in modo da evitare che il ghiaccio toccasse il suolo.
La neve veniva pressata sino a formare una serie di lastre di ghiaccio di poche decine di centimetri, ciascuna separata dalle altre da un piccolo strato di paglia o felci. La neve coibentata poteva così resistere a lungo. Il prodotto finito veniva tagliato in blocchi con seghe o accette e utilizzato sia come refrigerante, sia per usi alimentari

PETTIROSSO

Delizioso e piccolo uccello caratteristico per il suo petto ricoperto di piume rossastre e per il suo canto: una cascata di note cristalline che risuona in ogni periodo dell’anno e che ci accompagnerà lungo la strada.
Il pettirosso pur avendo dimensioni ridotte è conosciuto per il suo comportamento spavaldo.
I boschi di conifere sono il suo habitat naturale ma è spesso presente anche in giardini, siepi e boschetti.
Nidifica nei buchi o nelle spaccature di alberi, ai piedi delle siepi e nell’edera. Il nido ha la forma di una tazza perfettamente rotonda. È insettivoro e si alimenta generalmente a terra. Durante l’autunno e fino alla primavera consuma anche molte bacche e piccoli frutti.

TORRETTA D’AVVISTAMENTO BORBONICA

Poco prima di raggiungere la “Pietra de lu Moru”, una breve digressione sulla sinistra consente di ammirare una torretta di avvistamento di epoca borbonica che si erge su una cima conica coperta da rinnovazione di abete bianco.
Come tutte le costruzioni di questo tipo, il suo scopo era di offrire un posto alto e sicuro dove una sentinella o una guardia poteva tenere sotto osservazione il territorio circostante.
La struttura, di forma piramidale, ha inglobato nella sua base una roccia granitica, un bell’esempio, quindi, di come in passato si offriva stabilità alle fondamenta utilizzando materiali autoctoni con l’ulteriore vantaggio di un basso impatto ambientale.

PIETRA DE LU MORU

Serra San Bruno è conosciuta per le sue belle chiese e i suoi palazzi signorili, realizzati da maestranze locali utilizzando risorse naturali come il granito. I boschi sono disseminati da queste affascinanti formazioni e sul nostro percorso potremo ammirarne una che in passato veniva utilizzata come cava di estrazione e lavorazione. L’elemento principale della cava raggiunge i 7 m circa ed è ancora possibile notare le incisioni e i cunei posti per separare un taglio dall’altro. Se il luogo ci ha incuriosito quasi a fine percorso (esiste un apposito segnale), immersa nel bosco, una seconda cava, “La Petra di l’Ammienzu”, ci offrirà un ulteriore scorcio della lavorazione di questo materiale.